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 Disabili,Consiglio di Stato, indennità non è reddi
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paris
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Inserito il - 29/02/2016 : 19:52:22  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di paris Invia a paris un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/notizie/2016-02-29/disabili-consiglio-stato-indennita-non-e-reddito-173409.shtml?uuid=ACU74MeC&refresh_ce=1

Disabili: Consiglio di Stato, indennità non è reddito

Il Consiglio di Stato, con una sentenza depositata oggi, dà ragione ai disabili e alle loro famiglie in merito al nuovo Isee: l'indennità di accompagnamento non può essere conteggiata come reddito.
Al Consiglio di Stato si era appellato il Governo, facendo ricorso contro la sentenza del Tar sulla materia. «Deve il Collegio condividere - si legge nella sentenza di oggi - l'affermazione degli appellanti incidentali quando dicono che “ricomprendere” tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito - come se fosse un lavoro o un patrimonio - e i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni non un sostegno al disabile, ma una “remunerazione” del suo stato di invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l'art. 3 della Costituzione». In pratica, le provvidenze economiche previste per la disabilità non possono e non devono essere conteggiate come reddito.

M5S, ora Governo obbedisca a sentenza su indennità
«Finalmente con la sentenza del Consiglio di Stato è stata scritta la parola fine su una vicenda che in un Paese civile non si sarebbe dovuta nemmeno ipotizzare. Con la conferma delle sentenze del Tar del Lazio, del gennaio 2014, viene dunque definitivamente negata la possibilità di inserire tra le voci del reddito per il calcolo dell'Isee anche le provvidenze assistenziali. Il governo esce da questa vicenda doppiamente sconfitto, sia perché aveva deciso di inserire questa misura sia perché, non pago, di fronte allo stop imposto dal Tar aveva deciso di fare ricorso». Lo affermano i parlamentari del M5S.

Savino (Fi), Consiglio di Stato affonda obbrobrio
«Il governo è stato bocciato per l'ennesima volta dal Consiglio di Stato e, aggiungo io, dal buon senso. Non sarà possibile infatti sommare l'indennità di accompagnamento al reddito delle famiglie per il calcolo della nuova Isee. Ha vinto la giustizia. Il governo Renzi ne esce con le ossa rotte» è il commento di Sandra Savino, deputata di Forza Italia, alla sentenza del Consiglio di Stato.

paris
Utente Master


Regione: Lazio
Città: Roma


14350 Messaggi

Inserito il - 29/02/2016 : 20:08:08  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di paris Invia a paris un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
http://www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Superabilex/News/info508020026.html

NUOVO ISEE, BOCCIATURA CONFERMATA: "LE INDENNITÀ NON DEVONO ESSERE CONSIDERATE REDDITO"
Pubblicata l'attesa sentenza del Consiglio di Stato: respinto il ricorso della Presidenza del Consiglio dei ministri contro le decisioni del Tar del Lazio che nel febbraio 2015 avevano dichiarato illegittimo l'inserimento di pensioni e indennità di accompagnamento nel concetto di reddito. Vittoria completa per le famiglie dei disabili. Bonanno: "Davide ha vinto contro Golia, in Italia esiste ancora la giustizia"


ROMA - Sul nuovo Isee, il Consiglio di Stato ha dato ragione alle famiglie con disabilità, respingendo nuovamente l'appello presentato dal Governo. Il ricorso contro il nuovo Isee, insomma, è ufficialmente e completamente vinto: e l'appello presentato al Consiglio di Stato dal governo è stato respinto. "Deve il Collegio condividere l'affermazione degli appellanti incidentali - si legge nella sentenza - quando dicono che 'ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito - come se fosse un lavoro o un patrimonio - ed i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni, non un sostegno al disabile, ma una 'remunerazione' del suo stato di invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l'art. 3 della Costituzione". Il Consiglio di Stato conferma quindi quanto già sentenziato dal Tar del Lazio, il quale aveva respinto "una definizione di reddito disponibile che includa la percezione di somme, anche se esenti da imposizione fiscale": in sintesi, le provvidenze economiche previste per la disabilità non possono e non devono essere conteggiate come reddito.

E argomenta così il Consiglio di Stato, in merito alla questione di indennità e reddito: "Non è allora chi non veda che l'indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunché, né certo all'accumulo del patrimonio personale, bensì a compensare un'oggettiva ed ontologica (cioè indipendente da ogni eventuale o ulteriore prestazione assistenziale attiva) situazione d'inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com'è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest'ultimo ed a ristabilire una parità morale e competitiva. Essi non determinano infatti una 'migliore' situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al più mirando a colmare tal situazione di svantaggio subita da chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa".

Esultano i ricorrenti, che proprio pochi minuti fa hanno ricevuto da notizia dall'avvocato che li ha rappresentati, Federico Sorrentino. "Ero sicura che il Consiglio di Stato ci avrebbe dato ragione! Questa è la prova che in Italia la giustizia ancora esiste, a dispetto di quanto vogliono farci credere - commenta emozionata Chiara Bonanno, una delle promotrici del ricorso - È una sentenza storica, perché nata dalla volontà di tante persone e famiglie vessate da una legge iniqua e ingiusta e da un governo che si è mostrato persecutorio nei nostri confronti. La prima sentenza del Tar - ricorda Bonanno - era infatti immediatamente esecutiva. ma per due anni il governo ha continuato ad applicare un Isee palesemente ingiusto, che ha creato ingiustizie, gravi danni e perfino morti. Perché chiedere a famiglie allo stremo di compartecipare alle spese dell'assistenza significa colpire con forza chi forza non ha. Chi ha fatto questa legge ha creato gravi danni economici, ma sopratutto alla dignità di queste persone. Davide ha vinto contro Golia: tante persone debolissime si sono letteralmente trascinate dal notaio, per firmare il mandato all'avvocato. E' stato faticosissimo fare tutto questo: ma abbiamo vinto. I deboli hanno sconfitto il potere. E oggi festeggiamo". (cl)

(29 febbraio 2016)
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